Pagina:Ojetti - Mio figlio ferroviere.djvu/101

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un poco di coraggio, perchè la paura torni a quell’altro. Fanno l’altalena. Ma l’importante sarebbe non aver mai paura e andare fino in fondo. Solo allora si ha la rivoluzione, o si ha la reazione. Noi s’ha lo sbadiglio. Noi si vive di sbadigli, come gli anemici. — Non ti mettere a parlare difficile che mi gira la testa. — Hai ragione. Quanti prosciutti hai in casa? — Ventiquattro del sindaco, dodici del conte Zacchei.... — Anche lui? — Colpa della sarta. La contessa era lì a provarsi i vestiti pei bagni. Ha veduto, e quella non s’è tenuta. Aspetta.... Otto del curato qui di San Biagio.... — Al curato poi avrei detto di nasconderseli in chiesa. — Gliel’ho detto anche io. Non ha i suoi confessionali? Non ha le sue tombe che sono fresche come cantine? Voleva mandarmi trenta prosciutti. Li ho rifiutati. Poi ne ho accettati otto perchè non stesse a chiacchierare. Sai come sono i preti. Ma di galline non ho accettate che quelle del sindaco. Le galline si sentono, le galline sporcano, tutto. Volevo dir: – Donne.... –, ma chi sa dove si sarebbe andati a finire, e nei giorni di sicura rivoluzione è bene mantenersi calmi. Preferii arrivare in farmacia a trovare notizie. Tutto pareva tranquillo anche perchè faceva un gran caldo e qualcuno annunciava che nel pomeriggio pel fresco si sarebbero riaperti i negozii.