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L'AJA. 155

il Binnenhof, un gruppo di vecchi edifizi di differenti stili d’architettura, che da due lati guarda su due vaste piazze, e da un altro sopra un grande stagno. In mezzo a questo gruppo di palazzi, di torri, di porte monumentali, d’un aspetto medioevale e sinistro, v’è uno spazioso cortile, nel quale s’entra per tre ponti e tre porte. In uno di quegli edifizi risiedevano gli Statolderi, e ora v’è la seconda Camera degli Stati generali; dalla parte opposta, v’è la prima Camera, i Ministeri e diversi altri uffici d’amministrazione pubblica. Il ministro dell’interno ha il suo ufficio in una piccola torre bassa, nera, lugubre, che pende a filo sulle acque dello stagno.

Il Binnenhof, la piazza che si stende ad occidente chiamata Buitenhof, e un’altra piazza di là dallo stagno chiamata Plaats, nella quale si giunge passando sotto una vecchia porta che faceva parte d’una prigione, furono il teatro dei più sanguinosi avvenimenti della storia d’Olanda.

Nel Binnenhof, fu decapitato il venerando Van Olden Barneveldt, il secondo fondatore della repubblica, la più illustre vittima di quella lotta secolare tra il patriziato borghese e lo statolderato, tra il principio repubblicano e il principio monarchico, che travagliò così miseramente l’Olanda. Il patibolo era innalzato dinanzi all’edifizio dove sedevano gli Stati generali. Dalla parte opposta v’è la torre dalla quale si dice che Maurizio d’Orange, non visto, assistesse al supplizio del suo nemico. Nella