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GRONINGA. 451

e si espande una popolazione agiata e civile. La Groninga, la quale nel secolo scorso era ancora una provincia povera, che pagava allo Stato una metà meno della Frisia e dodici volte meno dell’Olanda propriamente detta, è ora, rispetto all’estensione del suo territorio, una delle provincie più ricche del regno, e produce da sè sola i quattro decimi dell’avena, dell’orzo e della colza che si raccolgono nei Paesi Bassi.


La parte più florida della Groninga è la settentrionale, e lo è a tal segno, da non potersene formare una giusta idea, se non percorrendo quelle campagne; nè io potrei, benchè le abbia percorse, descriverle meglio che aggiungendo le mie osservazioni e quelle che raccolsi dai Groninghesi, alle descrizioni che ne danno l’agronomo francese Conte di Courcy, il quale pure non fece che attraversar di volo il paese, e il belga Delaveleye, autore d’una bell’opera sull’economia rurale della Neerlandia, ch’ebbi già occasione di rammentare.


Le case dei contadini sono straordinariamente grandi, e hanno quasi tutte due piani, e molte finestre, ornate di ricche tendine. Fra la strada e la casa v’è un giardino piantato d’alberi esotici e coperto d’aiuole fiorite; e accanto al giardino un orto pieno di belli alberi fruttiferi e d’ogni sorta di legumi. Dietro la casa, s’alza un edifizio enorme, che racchiude sotto un solo tetto altissimo, la stalla,