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52 rotterdam.

strade ingombre di mercanzie e di gente; branchi di bestiame che passavan sui ponti; ponti che s’alzavano o si spezzavano per lasciar passare i bastimenti, ed erano appena riabbassati o ricomposti, che v’irrompeva su un’onda di gente, di carrozze e di carretti; bastimenti che entravano o uscivano dai canali, lucenti come modelli da museo, colle donne e i bambini dei marinai sul ponte; barchette che guizzavano fra bastimento e bastimento; un via vai d’avventori nelle botteghe; un gran lavorio di serve che lavavano muri e vetrate; e tutto questo movimento rallegrato dal riflesso dell’acqua, dal verde degli alberi, dal rosso delle case, dai mulini altissimi che disegnavano lontano la loro cima nera e le loro ali bianche sul cielo azzurro; e più ancora, da un’aria non vista mai in alcun’altra città settentrionale, di semplicità e di quiete.

Osservai attentamente un bastimento olandese.

Quasi tutti i bastimenti affollati nei canali di Rotterdam non fanno altri viaggi che sul Reno e in Olanda; hanno un albero solo, e son larghi, robusti, e variopinti come barchette da giocattolo. Il fasciame della carcassa è per lo più color verde d’erba montanina, ornato intorno all’orlo d’una striscia rossissima o bianca, o di parecchie striscie, che paiono una gran fascia di nastri di vario colore. La poppa, per lo più, è dorata. Il tavolato del ponte e l’albero sono inverniciati e lucidi, come il più pulito pavimento di sala. Il rovescio dei coperchi delle botole, le secchie, i barili, le an-