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XXXVI PREFAZIONE

Lucrino attraverso uno degli emissari, le cui acque sono spesso rapide e vorticose. In fondo al golfo ha trovato la spiaggia bassa, anche oggi caratterizzata da pioppi e da salici. Inoltrandosi, è giunto sulle spiagge dell’Averno.

C’è veramente una difficoltà. Omero parla del fiume Oceano, che, come sappiamo, nella geografia leggendaria e reale dei Greci era situato oltre le Colonne d’Ercole. Come identificarlo col nostro golfo Lucrino?

Il Bérard fa rilevare alcuni fatti toponomastici che risolvono la questione.

Il Lago Lucrino (da lucrum) fu detto prima dai Greci Plutònion (da plutos = dio della ricchezza, e poi ricchezza). Fu dunque, tanto per gli uni quanto per gli altri, Golfo della Ricchezza. Se adesso traduciamo in semitico, golfo ci dà kok, lucrinus ci dà ewan. E Kok-ewan, trascritto in greco, ci dà Ὠκεανός.

Dunque, per i primi navigatori fenici, che qui trovarono una terra propizia ai loro guadagni, questo fu l’Oceano, il golfo dei lucri. I Greci tradussero in Plutònion e i Latini dal greco in Lucrinus.

E Omero riferí il nome, che coincideva con quello del fiume Oceano di là dalle colonne d’Ercole1.

Comunque sia di ciò, la topografia, la nuda ossatura corrisponde. Ma basta all’identificazione? Se percorriamo quelle contrade fertili e ridenti di florida vegetazione boschiva, ci parrà strano che il mito, per una via o per l’altra, identifi-

  1. Il quale fu concepito anch’esso, in origine, come un κόλπος ἐμπορικός, un golfo dei guadagni. Si vedano le acutissime osservazioni del Bérard.