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INNI MINORI | 151 |
AD ARTÈMIDE
D’Ècate la sorella, Artèmide cantami, o Musa,
che con Apollo crebbe, la vergine vaga di frecce,
che, poi che nel Melèto coperto di giunchi i corsieri
tuffò, l’aureo cocchio dirige veloce su Smirne,
sulla vitifera Chio. Qui Febo dall’arco d’argento
siede, ed attende la Dea che avventa lontano le frecce.
E tu del canto mio t’allieta, e con te l’altre Dive
tutte: io per prima te vo’ cantare, da te cominciare:
e, cominciando da te, lodarti in un inno novello.
AD AFRODITE
Voglio cantar Citerèa nata a Cipro, che doni ai mortali
offre piú dolci del miele, che ognor con amabile viso
sorride, e il capo cinge con serti d’amabili fiori.
O Dea, che Salamina di popolo fitta proteggi,
e tutta Cipro, a me concedi l’amabile canto:
io mi ricorderò d’esaltarti in un canto novello.