Pagina:Opere (Chiabrera).djvu/13

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ranza di poterli vedere; ma sibbene un uomo corrucciato contro l’età sua, per essere stato deluso ne’ sogni della sua ambizione, un uomo malcontento di sè stesso per la contraddizione che scorge fra suoi pensieri e l’opere sue; un uomo, a dir breve, che rende immagine d’un ministro, il quale, privato del potere, e non avendo più speranza di racquistarlo, dassi a far mostra di filosofico disprezzo, e prende a lodare la pace de’ campi e del focolare domestico. Ad’ogni modo assai efficace è il sentimento trasfuso nelle poesie del Testi, ed anzi ci pare che sì fatto corruccio non bene simulato accresca l’effetto delle gravi lezioni morali in esse racchiuse.

Il Testi non ci ha rivelato, come il Chiabrera, quali fossero gli scrittori da lui prediletti, nè a qual meta di gloria egli drizzasse sin da suoi anni più verdi le prove del suo ingegno; ma crediamo che sì possa asserire con sicurezza, ch’egli studiasse principalmente in Orazio, ma piuttosto nell’Orazio delle Epistole, che in quello delle Odi, e che vagheggiasse la nobile corona di poeta della sapienza civile. Del rimanente bisogna pur dire, che talvolta non solo riuscì minore del suo modello, ma peccò benanco contro le norme più rette della convenienza e del gusto: se non che, in tutte le sue opere, i pregi prevalgono a dismisura sopra i difetti, e però egli otterrà sempre un nobile seggio fra i più illustri lirici italiani.

Queste poche cose abbiamo creduto opportuno accennare intorno à Gabriello Chiabrera e a Fulvio Testi, le cui opere compongono questo Volume Trentesimoquarto della nostra Biblioteca Enciclopedica Italiana. Noi abbiamo stimato opportuno di accompagnare alle poesie anco le prose di questi due illustri scrittori, commendevoli molto anche queste per eleganza e schiettezza di lingua e di stile, e ci siamo per le une e per l’altre attenuti alle migliori edizioni. Così possano le cure che abbiamo spese intorno a questa ristampa ottenerci le grazie de’ nostri gentili Associati.