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138 poesie

     Che me mai non porranno
     Quei risi in tanto affanno.

LXXXIX

AL SIG. FERDINANDO SARACINELLI

O gentil Ferdinando,
     La bella notte, quando
     Cosmo mio re commise,
     Che in sì mirabil guise
     5Fosser le Dame in danza,
     Vidi vista, che avanza
     Ogni mortal vaghezza:
     Non dico alta ricchezza
     Di gemme elette, e d’ori,
     10Vidi cose maggiori,
     Due nobili donzelle,
     Pregio dell’altre belle,
     Mirate, ed ammirate
     Per dissimil beltate:
     15Una avea d’or le chiome,
     Ed era il volto, come
     Rosa, che spunta appena
     Per bell’aria serena
     All’aure mattutine;
     20L’altra era fosca il crine,
     Ed il volto simile
     A viole, che Aprile
     Nudrisca in piaggia erbosa
     Per verginella sposa.
     25Chi scorse mai l’Aurora
     Arrossirsi qualora
     Ella rivolge in mente,
     Che per Cefalo ardente
     Le foreste trascorse,
     30E chi giammai la scorse,
     Impallidir dolente,
     Quand’ella volge in mente
     Mennone suo trafitto
     Dal fiero Achille invitto,
     35Stimi costui vedere
     Le due Donzelle altere,
     Mirate, ed ammirate
     Per dissimil beltate:
     Vermiglia, il cui rossore
     40Arma l’arco d’Amore,
     Per via, ch’ei ci diletta
     Allor che ci saetta;
     Pallida, il cui pallore
     Tempra il foco d’Amore
     45Per via, che il cor gioisce
     Allor che incenerisce.
     Qual potrò far corona
     Sul giogo d’Elicona,
     Sicche vi veggia ornate
     50Per dissimil beltate?
     In vano oggimai spera
     La regïone Ibera,
     E la Senna Francese,
     E sul freddo paese
     55L’ampio Reno Germano,
     E spera Italia in vano
     Veder su guancia rose,
     E viole amorose,
     Quale oggi il mio grand’Arno,
     60Lasso che io parlo indarno;
     Non per l’Idee foreste
     Al giudizio celeste
     Mirò l’antica etate
     Sì mirabil beltate,

XC

Allegoria d’Amante al naufragio.

Mar sotto ciel nemboso,
Sonante, procelloso,
Quando vorrai placarti?
Quando potrò solcarti,
5Sicchè io mi chiuda in porto?
Là dove a chi mi ha scorto
Per cotanta fortuna
Io renda grazia alcuna?
Ora, onde irate, e venti,
10Or turbini frementi,
Or tutto l’Universo
Par mi voglia sommerso.

XCI

PER LA SIG. LEONORA FERRERA

L’altr’jer per lunga via
     Amor se ne venía
     Sulle piume leggiere,
     Bramoso di vedere
     5Il bel regno dell’acque,
     In che la madre nacque.
     Qual cigno inverso il fiume
     Sulle candide piume
     Talor veggiam volare,
     10Tal ei scendeva al mare,
     Era oggimai vicino,
     Quando un lieve Delfino,
     Che già senti nel core
     Dell’amoroso ardore,
     15Sen corse alla Reina
     D’ogni Ninfa marina:
     O Reïna Anfitrite,
     Diss’egli, udite, udite,
     Risco, che io vi rivelo:
     20Amor sceso dal cielo
     Spiega le piume, e viene
     Ver queste vostre arene;
     Or se a lui si consente
     Recar sua face ardente
     25In questi umidi mondi;
     Onda per questi fondi
     Certo non fia sicura
     Da quella fiera arsura.
     Al suon di queste voci
     30Suile rote veloci
     Del carro prezioso,
     Per sentiero spumoso
     Si condusse la Diva
     Sulla marina riva;
     35Ivi poi con la mano
     Fea segno da lontana