Per l’ore della notte? in
Che ti conduce? io già non son si seiocca,
Ne così poco esperta
Delle cose del mondo,
Che non comprenda che ti è fatta forza
Da stimolo d’amore:
Se tu sarai scoperta,
Si come agevolmente
Ti potrebbe avvenir per mille vie,
Credi ch’a tuo padre
Non ne verrà notizia?
Ed egli credi tu, che sia per starsi
Dolcemente con teco?
O tu forse possente
Sarai per fargli credere, ch’onesto
Sia stato il tuo viaggio?
Misera me per certo
Io son troppo vivuta:
Vedendo queste cose.
Gel. Nè stimolo d’amore
Licori mi fa forza,
Che seco abbia alcun vizio,
Ne dentro questi panni in mezzo l’ombre
Della notte è possibile, che alcuno
Certo mi riconosca;
E quando io fossi conosciuta, quando
Ne giungesse notizia anco a mio padre,
Aprirei la cagione
Del mio cammino, ed ella mi porrebbe
Fuore d’ogni molestia.
Lic. Or s’è cotanto giusta
La cagion, che ti move o Gelopea,
Almen fammene parte,
Ch’altramente con l’anima turbata
Non son per stare in vita
Non ch’io deggia ubbidirti,
Or tiriamoci alquanto più lontano
Del nostro albergo, acciò securamente
Possiamo favellare.
Gel. Già sai tu, che Filebo
Faceva apertamente
Le viste d’adorarmi,
Non che d’amarmi, or s’egli fintamente
M’amava io non lo so, so ben che vero
È stato, ed è l’amore,
Onde l’ho amato, ed amo;
lo con gran desiderio mi sarei
Seco sposata, ed egli
Mostrava desiarlo;
Ma pur mio padre è stato sempre avverso,
Dicendo, che non era
Onor di nostra casa
Darmi ad un poverello.
lo contra voglia sua non ho voluto
Dispor di mia persona:
E non vorrò giammai.
Lic. Ottimamente hai fatto
La mia fanciulla: Dio ti benedica.
Gel. Ma ben dall’altra parte io son disposta
Di non voler marito.
Se non solo Filebo..
Ciò non è biasmo alcuno,
Col marito per sempre
Dura la compagnia;
Altri deve pigliarlo a suo talento.
In questo stato d’animo vivendo, é
Viemmi fatto sapere,
Che Filebo non mi ama;
Ma che fingendo amarmi, egli procura.
Guadagnar quella dota,
Che può sperar dalla ricchezza nostra;
E così va cercando
Or questi, or quelli amori,
E che pur questa notte
Ha da trovarsi nel fenil d’Alfeo,
Con esso una fanciulla.
Lic. Ah non fedel garzone,
Or con si fatto cambio
Pagarsi dee la vera
Fede d’una donzella?
Gel. Dunque ho preso consiglio
Di vestirmi come uomo,
E gire in quella parte ascosamente,
E veder se per vero
Ei vien meno alla fede,
Ond’è tenuto amarmi.
Lic. Se pur altro non vuoi
Salvo esser fatta certa
Se Filebo è per gire in quel fenile.
Perchè vuoi porti a risco
D’alcuna disventura?
Non sono io buona a pormi
A così fatto aguato?
Temi, tu, che con fede io non riporti
Qualunque avvenimento?
Gel. Licori una bugia,
Ed una verità, ch’è per costarmi
Tanto di pena, e tanto di conforto
Io non voglio fidarla,
Che alla propria vista;
Tu rimanti in riposo,
E vegghia volentieri
Per amore di me queste poch’ore.
Quando ritornerò trarrotti un sasso
Alla finestra pianamente, allora
Mi darai la scaletta,
Ed io verronne, questo
In somma è quel servigio,
Che a te fia nulla il farlo,
E l’accettarlo a me fia somma grazia.
Lic. E se tuo padre non ti vede a desco,
E dimandi di te, come poss’io
Celar la tua partita?
Gel. E tu risponderai,
Che gravezza di testa,
M’abbia pigliata, e ch’io
Però mi son colcata, e ch’io riposo.
Lic. Carissima figliuola
Questi pensieri a te gli detta Amore;
Ma pensa che sovente
Sono interrotti i pensamenti umani,
Tutto che sian ben cauti.
A me trema nel petto
Il core, e sbigottisco
Solo a pensar, che tu debba soletta
In questa oscura notte
Andar per la campagna;
Or se mai si sapesse,
Che sarebbe di me? della mia fama?
E di mia vita? alla mia sola fede
Ha tuo padre com messo
L’onor di tua persona, a cui congiunto,