Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/158

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CAPITOLO SKCONDO 127 Angiolo del Paradiso !... I palpili del cuor mio sono da un lustro per le — le sola, lo li seguii, mille fiale, nei variopinti giardini, nei devoli templi, alle armonìe ; ora, assidòndomi sopra i marmòrei seggi o di contorlo legno o di ferro, che già lu avevi bealo : ora, errando, desioso di mettere il piede nelle lue orme.... j/inwolte di tigre!) Ma lu, o creatura azzurrina, non ne lasciavi ! E, m’hai alcuna \olla avvertito? Sovente le lue luci belle incontràron le mie, sovente lu sfavillasti, guardandomi, (l’un celestiale sorriso. Quel riso. queU’angèlico sguardo èrano essi d’amore ? e se d’amore, per me ? Gesuita/) «lo li giuro innanzi a Giove e agli uòmini....» — Qui lo grazia a madama d’una sfuriata d’esclamazioni anticristiane. Stia bene attenta ; èccoci al sugo. — E lesse con accensione : « Mi ! rinimico fato dièdeti a genitore un sospettoso tiranno (io!) un geloso (ioi) il quale.... Ma 110, non voglio risovvenire le lue barbare pene. Coraggio, o sforili nata donzella ! c’è chi veglia su te. Altro! il lupo fa l'occhiolino all'agnello Spera ! attèndimi. Di qui a Ire nolli, nell’ora in cui la luna è a mezzo della sua carriera, io fuggirò da’ miei lari, tu per sèrica scala da’ tuoi, e uniti spiegheremo le vele verso la lìbera terra, figlia del Gran Genovese....» la quale — parafrasò il capitano — salvo errore, è T Xmèrica.... E in tal maniera — aggiunse irritato — si tenta, a furia di vili calunnie e frasi ipocritamente melale, di aitassi-