Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/160

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CA TITOLO secondo 129 I risultati del quale collòquio, per quel che riguarda la (iiulia (che lu la burlona non so ; circa ad Alberto, essi vennero oltre in una Invaia di capo in famiglia, e lavata solenne, inqunntoehè avea la nonna a castigar nel nipote anche il di lei violente morbino ; caso, vero riscontro a quello del gnlto di unn vec- cliia mia zìa. il quale, avendo neirantieàmera usufruito il nicchio di don Spiridione Badòrla j)cr certo suo aliare, ebbe tante più bolle dalla padrona, in (pianto, ella tra sè, applaudiva a due mani lo spiritoso trovato. Ma il nostro Alberto, che non polea vedere di nonna se non il difuori, addolorò del rabbuffo : intanto, la stizza gli ritornava il Balotta, già pei cinque minuti tiranno da teatro diurno, in un pensionato con le cigne e le staffe ; e la mira fanciulla in una qualùnque popola, clic rattoppava camicie ed altnccavn bottoni. In conseguenza, la poesìa di lui si fe’ disperata ; e, come gli è vizio d’ogni scrittore.... che dico ! d’ogni uomo, l’erìgere sè, in lutto, a unità di misura, così il nostro amico infilò migliaja di versi per annunciare Virtù ed Amore riascesi in grembo ai celesti, il mondo.... fango, opra terrena.... vana (epperchè scrìverlo allora ?) ed in una certa canzona, lunga come la broda de’ Luoghi Pii, provò che mille e mille sciagure avènno fallo del cuore di lui una pómice, sì concili udendo : “ Giuro mai non alzar vecchio caduto; Giuro restarmi muto V cìii mi chiederà pano o pietanza; Giuro non piànger mai Su vèrgin morta o spezzata fidanza: Se manco, o Sol! per me avvelena i rai.„ Ma, a gran fortuna, lai giuramenti rimati si mantengono rado. Neppure un mese dalla can- Pobsi. 9