Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/190

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i CAPITOLO SESTO 159 chiacchierare. Era sul dare consigli. Disse ad Alberto, che, a non guastarsi e il corpo e il cervello, abbisognava, ad ogni mano di studio, una alternarne di vita giojosa, o maritare almeno l’aria morta dei libri a quella, viva, della campagna : — Non par vero — disse — elle un giovane come te, fuori di tutte le busche ; che non ha a rèndere i conti a nessuno, abbia da stare, quanto il giorno è mai lungo e qualche volta la notte a sbriciolarsi sui libri, cercando la quarta al trifoglio od ingollando pillole d’aloè !... Uh !... Che mangi di colazione ? — Perchè i — Perchè gli è quel pasto che ti dà il tono del dì. Che mangi '! — Un uovo.... ma questo è a bere piuttosto. — E d’altro ? — Una tazza di tè. — E d’altro ? — Un chifel. — E d’altro ? — Niente. — Come ! niente ? — No. — Ecco il marcio ’... fé.... uovo a bere.... chifel ! Va, se la duri, è segno che li lian costrutto di ferro ! — Alberlo sorrise pallidamente. — Sei male informalo — disse. — Ma e allora, come vuoi rafforzarti con quella tua àqua da occhi 1 Sai che ci va ? Sleppe di manzo, o amico, cosloletle e bistecche. Chè, se tu mangi ben bene, sludierai poco poco. Tàvola e tavolino non sono in troppa armonia. Per digerire lu dovrai passeggiare, le passeggiate ti desteranno appetito.... via via, diventerai come me, una invidia alla luna di Agosto.