Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/252

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7ai maestrina d'inglese 221 Quello, siedette. — Mi chiamo Enrico.... «Giorgini» — poi cominciò; c disse, ch’egli era un negoziante di panni, il quale, secco della tarda avviatura de* suoi affari in patria, voleva recarsi in America giustamente a New- York.... — Il signor Pietro con un gesto assentì, quasi a dire: ina bravo! — Tuttavìa — seguì il giovanotto — c’è un male.... non conosco la lìngua.... — Già; è un male — con;enne l'infermo. Ora, avea egli, il «Giorgini» in una casa damici, udito a parlare di una signora Morelli, maestra d’inglese della contessa Orologi.... di cui la contessa era « enchantce.... » — Qui il signor Pietro rifiutò con la mano la lode, quasi fosse per lui, bah! — Dùnque — conchiuse il « Giorgini » — prego la signora sua figlia ad accettarmi a scolare; scolare un po’ vecchio, ma pieno di buonavoglia, e prègola inoltre di pormi un due ore ogni dì, perché io passi da lei. — Il signor Pietro, mentre Enrico diceva, ne masticava a una a una le sìllabe; com’ebbe finito, trasse, a prèndersi tempo, il moccichino di tasca, spiegollo, gli cercò ai capi la cifra, e se lo applicò. E, nel soffiarselo lentissimamente, vide, ch’egli poteva a una volta imberciare in tutti e due i bersagli, cioè nel cpo’ più di minestra» enei «po’più di figliola». Nondimeno, rispose: — Aurora non deve star molto a tornare; ha ella pazienza di attènderla? — Oh si figuri ! — fé* Enrico, che meglio non ispe- rava, e attese. E, intanto, discorse di moltissimo altro col vecchio, il quale, uno trovando che dà vagli in tutto ragione, rimase giulebbe. — È qua — disse a un tratto l’infermo, additando la porta. — La fà l’ùltima scala.... — Enrico sentissi rimescolare; si alzò. — Stia còmoda! — suggerì il signor Pietro. Ed ecco, tenendo l’uscio dischiuso la servettina, entrare, con un visetto che ancor più brillava del