Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/260

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Una fanciulla che muore 229 che la ragione taceva — certo — riprese — le mani della mia Ida tornano a farsi caldine.... Ida.... — Il dottore si allontanò con dispetto. Oh le mamme! o indovinano troppo, o non vòglion capire una goccia. Di chi, rispóndimi tu, poteva èssere il caldo, quando la disgraziata madre stringeva passionatamente le inerte mani della figliola? Sta un fatto; tutti quegli altri signori, che gliele serravano, dicèvan poi sempre tra loro «è ghiaccio»; specialmente dicòvanlo que’ giovanotti, che si occupavano con tanta premura di lei; dimandandole «e come stava? e se l’affanno diminuiva?» raccomandandole di ripararsi bene dal freddo, di coricarsi non tardi.... Ve’? come s'interessavano alla sua «salute!» E, allora, la slisa fanciulla saliva silenziosamente, di un’andatura stracca, le scale.... verso la cuccia. Là si lasciava svestire al par di una bàmbola, si raggruppava nella sua nanna, la testa sotto le coltri, e cominciava — smorzando contra i guanciali i sin- ^hio//i — a nicchiare. Pure, làgrime non ne venivano giù. Gli occhi della fanciulla si èrano asciutti di queU’aquitrìno in cui la pupilla nuota e ne è la visìbile ànima. La pòvera Ida contava.... ricontava i suoi diciott’aimi ; pensava, con un nodo alla gola, che «tutti» avèano molta, «troppa» compassione per lei. Compassione ? null’altro ?... E; lì con la mano sorradèvasi il seno.... Chèli! Amore vuol ciccia. ODIO AMOROSO. I. Vòlta, e rivòlta, nulla! sonno non ne veniva. E sfido! La fantasìa di lui conflagrava all’effigie di una bellissima tosa, bevuta con gli occhi quel dì, Cor- reggesca Madonna, fuggita alla gloria di un quadro e póstasi ad una finestra. Senonchè, in sulle braccia, invece del gonfi-ampolle bambino, reggea un gatto dell'Emme. E gli Iacea carezze.... Gatto felice! Innamorato dùnque, cotto, biscotto, — «egli», Leo¬