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258 VITA DI ALBERTO PISANI

do a me la fortuna di poterla servire» interrompo ; e le offro il mio brouyham. Ed ella, un momento indecisa, come sente il mio nome, accetta. Tacio i ringraziamenti. Entrano, lei, cameriera, sacche, sacchette.... Io alzo il siederino per me, e.... — Alberto uscì in un lieve sbadiglio. — Xeli ! stanimi desto — raccomandò Enrico, dandogli conira — siamo alle fruita. E così?» chiedo io dove ho a condurla, signora? Ella tornò a ringraziarmi, poi: «via Moresca, casa Fabiani ». Al che, io, secondo il mio vezzo.... pericolosissimo vezzo.... di pensare a voce alta, sono in fil filo di dire c ah ? in casa di quella schiaecialimoni ? di quella... ? quando lei ini previene, seguendo donna Gina Fabiani è mia zìa.... io mi chiamo Claudia Sàlis.... » Alberto ebbe un sussulto, gli si sciolse la dòrmia, e dimandò : — Dùnque ? — Dùnque — rispose Fiorelli — mi raccontò che sua zia era all ùltimo lume. Glielo si avea telegrafato a Firenze, dove, insieme al marito, la signora conlessa è da due o tre mesi. Quanto al marito, per il momento impegnalo in affari importanti e non suoi, sarebbe giunto il dì dopo.... In questa, arriviamo in contrada Moresca. E la bella signora, smonta lido, nel serrarmi la mano, notò che io le doveva restituire la vìsita. Guido mi ringrazierà aggiunse. — E dùnque? — chiese Alberto di nuovo, quasi a sè stesso. — Dùnque, la mia canzone è finita — ribattè Enrico. — E vuoi saper la morale ? Te la dirò sottovoce.... ma non rìdere, ve* !... Sono un po’.... un po’ còlto, hai capito?.... Che magnìfica donna ! —