Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/303

Da Wikisource.
272 vita di alberto pisani

— Un signore ti cerca. — \ enìa dietro eli lei un magro c malincònico giovine. , — Ecco il nonno — fece la bimba, addilalido Barnaba. E Alberto, accennalo al becchino che non si movesse, costeggiava la fossa e siedèvagli accosto. — Sono un chirurgo — cominciò a dire, tremando. Barnaba si loccò il calottino con il rispetto dovuto a un che dà vagli pane. E Alberlo, continuando, dopo un giro e rigiro di frasi, disse, che un caso, Ira i più interessanti per l’arte sua e la scienza, era accaduto nella città con letale esito, ma che i parenti del trapassato gliene avòan negata la salma.... — Io non vendo i miei morti — interruppe il becchino, abbuiandosi in viso. Alberto tremò. — Pure — aggiunse — voi ne avete venduti. Fu, di tremare, la volta di Bàrnaba. — È vero — egli rispose — ma sono corsi tanti e tanti anni.... E feci male allora, malìssimo. ^ — Ora fareste bene — esclamò Alberto. — No, no — d«sse Bàrnaba — ne ho già traditi abbastanza. Son vecchio, e, fra non molto, dovrò io pure dormire qua. I morti tèngon rancore. — Ma quel vostro angioletto di nipotLna — fe’ Alberto — pregherà sempre per voi.... Io vi olfro.... dieci biglietti da mille. — Barnaba trasalì : guardò la sua bimba, la quale! seduta su’n montici 110 di terra, mangiava pane e sole ; vide il visetto di lei, delicato ; ed i pieducci, nudi ; vide le proprie