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vita di alberto pisani |
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Ci volle proprio uno sforzo per obbligar la
pupilla a guardare.... Niente ! E respirò.
Dùnque, cominciò a tempestare rabbiosissimi
colpi. Tarda vagli di riveder/a. Giunto a ficcare
in una fessura il martello, diede leva al coperchio. Il (piale si distaccò, seco traendo, pei
chiodi, un lenzuolo, li Alberto slrappollo, e il
rovesciò giù dalla tàvola.
Quasi nel medesimo tempo, le pareli sconnesse si aprirono e caddero, cedendo al peso
di un corpo, che si allungava e allargava lenlis-
simamente.
Apparve una figura di donna, tulta di bianco, dalle mani intrecciate e guantate ; i calzari
di raso e un fazzoletto sul viso.
11 martello sfuggì ad Alberto. Ei reslò presso di lei rannicchiato ; immoto e freddo com’essa. Sotto quel fazzoletto, era lo spasimato sembiante ; avrebb’egli avuto coraggio di discoprirlo ? E, qui, un serrato contrasto di sì e di no.
Fe’ per stènder la mano ; la mano non gli ubbidì. Yolea, ma non poteva ; i polsi gli rallentavano ; momenti, durante i quali, il legame
tra lo spìrito e il corpo era interrotto.
Ma, infine, si riappiccò. E, Alberto, potè allungare la mano sul fazzoletto....
Ella ! — Bianca del mulo bianco della camelia, finamente aperte le labbra, gli occhi
velati, si dormìa tranquilla, come se in luogo
fuor dalle nubi del mondo. Parca sfinita d'amore. Morte, avèala falla sua con un bacio
lievissimo.
E a dire, che, proprio in questo momento,
egli avrebbe forse potuto — trionfando di lei
e di lui — attìnger la vita, tra le sue braccia
di fuoco !
Oh fosse, quel che vedea, un sogno !... Sì !
lo dovea ; sogno ben sensìbile, ben agghiac-