Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/85

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54 l’altrieri

stava il pranzo, facendogli, lui solo, mangiare tre quarti delle sue unghie e per il volere sempre rimettere la palla di posta e per il tuono bravatorio e per la strana mulàggine, ma, diciamolo, Bobi — con questo — era d’un cuore stragrande. Lasciando stare ch’egli tirava «iù, a una gran parte di noi, i conti, che ci rendeva mostosi, ci fagianava i coni poni mcnt ucci ; io. un giorno, lo scòrsi strappare dai limitare di una porla, con raj>bia, una corda a nodo scorsojo. insidia al maestro di terza, e, còlto da questi e interrogalo in propòsito. Io udii rispóndere che chi l’avèa lesa era.... lui. ('osi, suppergiù, Bello de-Ciflis — un pacchia- rotto rossiccio, dal naso arricciato come quel del morlajo e dall’andatura da pellicano ; il solo, che portasse orologio e catena d’oro e, all indice, un grosso anello d’argento ; Betlo clic dalla sveglia al coprifuoco, sballava prodezze di caccia (su bricche e camosci, in selve cupe a cinghiali e misteriosi incontri con ladri.... Ebbene — tuttoché a lui si formassero facilissiina- menle nelle polpute guancie le fosserelle per ogni scherzo accoccato a Cvhioidi, tuttoché ci vi mettesse anche lo zampino non rado come allorquando si ritrattò sulla lavagna il piacer plor con coda, corni, e tridente) pure, dite, poteva egli èsser chiamalo cattivo un fanciullo che lagrimava leggendo II pòvero Pili di Baiberti ; che ruppe il graticcio ad una gabbiata di passerotti promessi sposi con una po* lenta ; che infine, un giorno, giustamente appresso il Natale, sorpresi regalando una bracciata de* suoi nuovi balocchi al figliuoliuo dell'ortolano che singhiozzava in vederli ? Nulla del tutto — nè più del bajardino Bobi Carlelti nè men di Giapino Girelli suo amico. E questi — del tempo e della stampa mia —