Pagina:Opere (Dossi) II.djvu/15

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x interludio

noscenza nel critico dello scrittore e dell’ambiente in cui s’è prima sviluppato e prodotto. Si è, infatti, familiari abbastanza coll’ambiente, col periodo romano, che potrebbe dirsi della Cronaca Bizantina — il secondo del Dossi — pel molto rumore che gli hanno fatto intorno casi, oltre che letterarii, sociali, e pel gran nome di Carducci che vi è collegato. Ma dell’iniziale periodo civico e letterario milanese, chi e che cosa se ne sa più? Quelli stessi che vivono a Milano, ne scrivono ora per sentito dire, di seconda mano, epperò con una conoscenza tutt’altro che perfetta di uomini, di cose, di fatti, affratellando — per non dire affastellando — persone e casi che possono oggi sembrare conformi ai loro occhi, fuor della prospettiva del tempo e dei luoghi, ma che furono invece molto dissimili, e in realtà non si affiatarono mai, benché allo sguardo superficiale della moltitudine potessero apparire anche allora dello stesso tipo, e tanto più possano oggi. Il che è tanto spiacevole ed offensivo della verità vera, da farmi più che mai desiderare abbia sviluppo largo ed immediato quella raccolta documentaria sui nuovi Cento Anni di vita milanese, che abbiamo iniziato nell’Archivio Storico Civico del Castello Sforzesco; altrimenti, la cronistoria di un periodo e di un centro che furono tra i massimi della nuova vita italiana non sarà men fallace della maggior parte delle storie ufficiali dell’antichità e della modernità. E vi era tanto dell’ambiente — quale fu davvero — nello scrittore, che questo s’è negli attuali giudizi risentito dell’inesatta pittura di quello. Scrittore poi che non poteva essere completamente conosciuto dalla nuova critica, in quanto per la prima volta appunto egli veniva, con la nuova edizione, a contatto del pubblico. Tutti quelli che