Pagina:Opere (Dossi) IV.djvu/56

Da Wikisource.

incapacità, crede suo òbbligo di dichiarare, 1º che, vìttima della più fiera prepotenza di gente ingorda e maligna oramài sotto l'impero della giustizia, egli non ha potuto, suo malgrado, fare nella esecuzione del progetto il voler suo, bensì quello del potere al quale poco mancò a mètterlo nella dura necessità di rinunziare al concorso e pèrdere così un pensiero cotanto carezzato e che può darsi sarà quello che più splenderà nel concorso — 2º che egli prega la Commissione di crèdere la verità delle sue parole, le quali, del resto, pòssono èssere autenticate da fatti legali e giurìdici indistruttìbili che hanno avuto luogo, ecc. — La figura principale del monumento è naturalmente quella di Vittorio Emanuele. Il Re, in mezzo a un loggiato dal quale si scende per due gradinate semicircolari, è in atto di chiùdere la Divina Commedia e di prendere una grande risoluzione, proferendo una lunga filastrocca che si trova consegnata nel manoscritto esplicativo e che comincia: Sì, pòvera patria mia, tuttora tu duri frantumata... ecc. — Quanto non è grande il pensiero dell'artista! — soggiunge con convinzione l'artista stesso.

Segue poi una minuta descrizione di tutte le statue e gruppi e basso-rilievi che attòrniano il simulacro del Re, e fra i nomi degli uòmini cèlebri che vi s'incòntrano, si lèggono quelli di Cavour, Ricàsoli, Galilèo, Colombo, Crispi, Bertani, misti agli altri di Montezèmolo, Pianciani, ecc. Ventidue basi sono poi destinate alle statue di altrettanti ufficiali di grado superiore.

Nòtisi che il monumento offre qua e là degli spiazzi da coltivarsi a giardino, nonchè quattro cafeaus, i quali, per il concetto polìtico-militare dell'autore, hanno all'esterno apparenza di alloggiamenti militari, ed all'interno sèrvono per alloggiarvi