Pagina:Opere (Dossi) IV.djvu/91

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d'Italia o delle principali città. Distìnguesi però fra tutti il n. 62 (Infin che il veltro verrà che la farà morir di doglia) il quale, erigendo un arco greco-romano in mezzo ad una pozzànghera d'aqua, le fontane — egli dice — alimenteranno l'allegòrica unità del laghetto.

[11] Tra i mattòidi stranieri sarebbe pure da annoverarsi il francese autore dei progetti n. 37 A e B (L'art gothique). È un concorrente la cui fantasia è tutta occupata da un intrico di ogive ed aguglie, le più esagerate. Ci rincresce di non poterne qui riprodurre uno schizzo. La sola proposta di erìgere — oggi ed in Roma — un monumento di stile gòtico, dà già indizio di mente non completamente ordinata. Come poi sia possibile di fare, in questo stile, òpera originale, lo domanderemo anche a quel n. 108 (J'attends mon astre) che sceglie appunto lo stile gòtico dopo di aver dichiarato che il monumento non deve èssere copia di altro. Questo n. 108 è inoltre quel desso che fà riposare il suo edificio su parecchi scaglioni, i più elevati de' quali sono lisci e gli inferiori rozzi, a dinotare — così egli scrive — le prime difficoltà che incontrò la formazione dell'unità nazionale.

[12] Cf. bozz. n. 7 (Fisò in seno all'avvenire), ecc., a pag. 56-57.

[13] Cf. a pag. 44, bozz. n. 168 (Dante, Vittorio Emanuele e l'Unità Italiana) il cui autore è amante anch'esso dei monumenti con luminarie e bandiere e, come le scàtole germaniche a cariglione, con mùsica.