Pagina:Opere (Rapisardi) IV.djvu/15

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Giobbe dirò, che sebben giusto e pio,
     Molti affanni patì, quando il sorriso
     Provato avea di avventurosi giorni:
     Sotto al flagello di cotanti mali
     5Or dòmito soggiacque, ora la voce
     Sollevò rubellando, infin che scòrto
     Da un’arcana virtù per varj climi
     E per lontane età, fra un procelloso
     Mutar di genti e dileguar di Numi
     10La Natura conobbe, a cui più volte
     Invan pria di morir chiese la pace.
Voi però non sdegnate, ultimi sogni
     Di giovinezza e tu rosea salute
     Che sul principio del mio libro invoco,