Pagina:Opere (Rapisardi) IV.djvu/17

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     Tender vi si potea senza periglio
     La vana ancella, e nel ceruleo tondo
     Guardar, specchiato in ombra, il proprio viso.
     Quindi all’opposto loco eranvi l'aje
     45Ridondanti or di grani ora di paglie,
     Onde con bell’industria erano quelli
     Serbati e custoditi in cupe fosse
     Che avean da torti fieni argini e tetto,
     Queste prima in fastelli ed in covoni
     50Poscia in montagne acuminate estrutte.
     E da un lato i giocondi orti feraci
     Di molti erbaggi, festeggianti il sole
     Con lor varie verdure, offrían sovente
     Se non lauto alle cene util tributo;
     55Fiorivano dall’altro i bei giardini
     Delle case delizia. Ivi al precoce
     Mandorlo accanto il zefiro blandisce
     L’odorato albicocco; in tra le scure
     Foglie nevate di recenti fiori
     60S’impiattano le arance auree; dipende
     Dal torto ramo il languidetto fico,
     Che lacero la buccia e in bocca il miele
     Primo seduce il passerel furtivo.
     Vedi su l'orlo delle pale irsute
     65Schierar le frutta l’indico banano,
     Dolci frutta alla lingua, orride al tatto,