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Pagina:Opere (Rapisardi) IV.djvu/40

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36 Il Giobbe

     635Dolci preghiere ed amorose voci
     Altre fingeam con le volanti dita
     Su le cetere d’oro; altre di rose
     Ordivano corone a’ due felici.
Sceser questi alla fine, e sette volte
     640S’inchinaron dinanzi al limitare
     Del popoloso padiglion paterno,
     Dove a loro schiudea con lieto aspetto
     Il venerando genitor le braccia.
     Poi che i baci fûr dati, in questa forma
     645Giobbe rivolse alle due genti il dire:
     Questo è giorno felice. Èloa, che sempre
     Alla famiglia mia fausto sorrise.
     Più durevoli gioje or ne promette,
     Concedendo non solo altre radici
     650E nuovi rami alla prosapia nostra,
     Ma legando amistà fra due sin ora
     Mal vicine tribù: patto di pace
     Son queste nozze; e chi primier l’infranga
     Dello sdegno di Dio vittima resti.
     655Dunque ognun si purifichi, ed a Lui
     Che tutto vede e tutto può si volga;
     Penserem quindi a’ corpi: anguste troppo
     O inospitali in verità non sono
     Queste mie case, e qui ricetto e mensa
     660Delle due genti i seniori avranno.