Pagina:Opere di Giovan-Batista Gelli.djvu/97

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Dialogo Terzo. 47


il modo loro del rubare è vario) io ebbi a praticare una quantità infinita d'artefici e d'avvocati e procuratori: di questi non pensar che mai io ne trovassi uno che vivesse contento; perchè tutti tenendo gli occhi ne’ricchi, si dolevan d’aver a guadagnarsi il pane: e fra questi altri il medesimo, che tutti si dolevan tutto il giorno d'avere a litigare e combatter per procacciarsi le cose che sono necessarie a la vita umana.

Ulisse.
A doler s'ha chi s'impaccia con esso loro; che dà poca noja a loro, facendosi la guerra sempre in su quel d'altri.
Lepre.
Chi altrui tribola, sè non posa: tu non consideri ancora le nimicizie ch' e' ne cavano; e quanto e' sono odiati quando tu non hai bisogno di loro, e in che concetto e' sono avuti.
Ulisse.
Questo è ben vero, che e' mi ricorda già che disputandosi in uno dei nostri studj di Grecia di chi dovesse precedere nel primo grado o i legisti o medici, fu concluso che gli avesse andare innanzi l'avvocato, solamente per questo esemplo, che quando e' si manda a far giustizia, il ladro va innanzi e il boja dietro.
Lepre.
Veggend’io questa mala contentezza di tutti questi stati, e desiderando di fuggirla, pensai che se io doveva ritrovare quiete in stato alcuno, questo dovesse essere quello di quei nostri sacerdoti, che, spiccatisi dal mondo, si stanno in quelle loro congregazioni a servire a gli Dei, tenendo a comune ogni cosa, e lasciandosi governare a uno di loro. E attaccatomi a questo, deliberai di lasciare il mondo, e andarmene a vivere in una. La qual cosa non bisognò che io facessi; perchè, come io cominciai pure ad accostarmi a loro alquanto, io sentii l'odore de le discordie e de le infelicità loro, e come ciaschedun di loro cercando con ogni modo, ancora che ingiusto, d’essere il primo, tradiva e offendeva gli altri: sentiva il dispiacere che gli avevano de l'avere a osservare quelle ubidienze, e mantenersi ne l’universale in quel concetto di bontà che dà loro di che vivere; l'affanno ancora e il tedio che arreca loro la clausura, la fatica del persuadere a gli uomini di essere più amici