Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/101

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intorno la vita e le opere di luciano. 93

sia, che inventa le più malie cose del mondo con una larga vena di motti e di frizzi, un dettato facile e piacevole. Luciano vuole mordere con questi due libri di Storia vera tutti gli scrittori di storie e di viaggi che contavano bugie, e il volgo se ne piaceva, e le teneva per verità: li trafigge in mille modi, li strazia, e, infine, li pone nell’isola dei malvagi, dove dice di aver veduto Ctesia di Gnido, Erodoto ed altri che erano puniti per aver contato maraviglie e bugie. Santa cosa è amare la verità, ma questa non è sempre realtà palpabile: e non è ragionevole tenere per falso tutto ciò che si allontana dai nostri costumi, dalle nostre idee, dal nostro modo di sentire, tutto ciò che noi non sappiamo per nostra ignoranza. Erodoto fu tenuto bugiardo dagli antichi, e certamente molte cose esagerò, inneggiando anzi che raccontando le imprese dei Greci: ma l’esperienza, le ricerche e le conoscenze di molti secoli hanno confermate per vere molte cose che Erodoto affermò intorno ai luoghi e ai costumi di altri popoli: ed oggi Erodoto non è tenuto sì bugiardo come lo teneva Luciano. Ma il satirico ride anche dei suoi amici; e la battaglia tra gli abitanti del Sole e quei della Luna nel primo libro di questa Storia vera, è una parodia della gran battaglia navale tra i Corciresi ed i Corintii, descritta nel primo libro della Storia di Tucidide. Questa Vera istoria, nella quale Luciano si prolesta di non dire nessuna verità, ne contiene una importante per noi, ed è che la poesia era ridotta ad un favoleggiare vuoto, ad un puro giuoco di fantasia, non era più ispirazione del cuore, non rappresentava più la vita dell’intelletto e del sentimento ellenico. Luciano si ride non pure delle favole raccontate dagli storici e dai viaggiatori, ma anche delle invenzioni poetiche di Omero. Noi sappiamo come lui che quelle sono invenzioni, ma sono in-