Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/108

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98 intorno la vita e le opere di luciano.

chè giunto a quel luogo dove dice che il dinunziante talvolta può essere un uomo dabbene e giusto, come fu Aristide che calunniò Temistocle, e come fu Ulisse che insidiò Palamede, soggiunge queste parole: Che si dirà di Socrate ingiustamente calunniato appo gli Ateniesi, come un empio ed un insidiatore? e di Temistocle e di Milziade, che dopo cotante vittorie vennero in sospetto come traditori della Grecia? Ci ha mille esempi, e quasi tutti conosciuti. Le quali parole non si accordano punto ai concetti precedenti, perchè gli uomini giusti che talvolta possono calunniare non han che fare con Socrate, Temistocle e Milziade che furono calunniati. Ora io non muto opinione in quanto alla discordanza di queste parole dalle altre, anzi la confermo, e dico che esse mi paiono una glossa di copista che volle dottoreggiare a sproposito, e credo che si debbano interamente togliere dal testo; il quale senza queste poche parole, che formano il 29° capitoletto, è chiaro e limpido. Così il trattatello non mi pare più confuso come prima, e ritengo che sia di Luciano, il quale si piaceva di questo modo di filosofare, che ha un uso pratico, e soleva adoperare le pitture, gli aneddoti, e le storie, che rifioriscono questa scrittura.

LIX. Il Nigrino è un dialogo serio nel quale sì ragiona di gravi, mirabili e divine cose (cap. 38) dette da un filosofo in lode della Grecia, e specialmente di Atene, citta di quieti studi e di modesti costumi, ed a biasimo di Roma, sentina di tutti i vizi e le corruttele. Chi riferisce queste grandi cose se ne mostra come invasato, gli pare di avere ancora nelle orecchie le savie parole, e innanzi gli occhi il venerando aspetto del filosofo, crede di non poterle riferire convenevolmente, e si scusa in vario modo che egli è troppo meschino attore a rappresentare cotanto personaggio. Lodando i costumi del