Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/12

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4 intorno la vita e le opere di luciano.

Greci per contrario non appresero nulla, e rimasero quali erano, anzi dispregiavano i loro imitatori; acquistarono solamente persona e diritti che prima non avevano, e così avendo parte di potere, sentirono meno la servitù comune. Già il mondo da Alessandro ad Augusto si era educato e incivilito: dal Tigri alla Bretagna, e in tutti i paesi che stanno sul Mediterraneo le scienze, le arti e la lingua dei Greci erano diffuse: ma il mondo era anche corrotto, perchè i principii onde era cominciata quella civiltà, non erano i veri principii della ragione, la quale sempre apparisce tardi nella vita degli uomini e dei popoli.

III. Questo mondo grecoromano aveva in sè stesso le cagioni della sua corruzione. Il concetto del diritto, e la piena coscienza onde i Romani il diritto esercitavano, li condusse a sterminata potenza: ma perchè quel concetto era esclusivo, li condusse ancora alla corruzione ed alla servitù più memoranda. Un popolo che per ragione della forza si crede giusto e legittimo signore della vita e delle sostanze degli altri popoli, negando la libertà agli altri, la nega a sè stesso, perchè ne perde la vera coscienza: quindi il popolo repubblicano che si teneva legittimamente signore del mondo, per conseguenza necessaria del suo principio, si tenne legittimamente servo del signore e conquistatore della repubblica; il quale fu la personificazione della forza diventata diritto, e non ebbe alcun freno umano alle sue azioni. Ecco perchè Roma non per forza straniera nè per vecchiezza, ma nel fiore della sua età e della maggiore sua potenza, e mentre acquista nuova civiltà, divien serva, si muta, si trasforma; i rozzi e duri guerrieri in poco più d’un secolo diventano mollissimi; i fieri repubblicani cadono subito in una servitù così abbietta da stomacare finanche