Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/213

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timone. 205

goderti, a non ardire neppur sicuramente di usare di te, di cui sono signori; ma vegliare per custodirti, spalancar tanto d’occhi su i chiavistelli ed i suggelli; godere di non goderti essi, nè farti godere dagli altri un poco, come la cagna della stalla che non mangia orzo, e non fa mangiarne al cavallo che ha fame. Ed ancora tu ridevi di coloro che risegano, risparmiano, accozzano, si privano del necessario, e non sanno che un birbone di servo, o l’economo, o l’aio, traforatosi nel celliere, sguazza allegramente, mandando un canchero al misero padrone, che al fioco lume d’una lucernetta con picciol becco e sottilissimo stoppino, studia a calcolare le usure. Come dunque può stare, una volta biasimar questo, ed ora dar colpa del contrario a Timone?

Pluto. Eppure se consideri bene, ti parrà che ho ragione per l’uno e per gli altri. Quello spendere e spandere che Timone faceva all’impazzata, e non per bontà, l’è certo una stoltezza: e quel tenermi così serrato all’oscuro per farmi divenir più grasso e tondo e paffuto, senza ardire di toccarmi, senza farmi veder la luce per paura che qualcuno non mi faccia l’occhio d’amore, è un’altra pazzia di quegli avaracci; i quali mi tengono a muffire in sì brutto carcere senza un delitto, e non pensano che tra poco morranno, e mi lasceranno a qualche fortunato. Io non lodo nè questi, nè quegli altri che han le mani forate, ma quegli uomini misurati che stanno egualmente lontani dalla sozza avarizia e dalla matta prodigalità. Ma per Giove! dimmi un po’, Giove mio, se uno sposasse legittimamente una fresca e bella fanciulla, e poi non se ne curasse, non ne fosse geloso, le desse briglia sciolta a correre dì e notte dov’ella vuole, a darsi allo voglie di ognuno, e menasse egli stesso gli adulteri in casa, aprisse le porte, e chiamasse tutti quelli che passano, ti parrebbe amarla egli? Tu dirai che no, o Giove, che tu d’amore ne sai alcuna cosa. E se per contrario uno si menasse a casa legittimamente una donna libera, ed atta a far bei figliuoli, e neppure fiutasse il fiore di sì bella vergine, nè la facesse pur guardare in viso da altri, ma la chiudesse, e la lasciasse languire sterile e vergine, dicendo che egli lo fa per amore, e mostrandosi pallido, magro, con gli occhi incavati, morto di passione, non ti parrebbe