Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/24

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16 intorno la vita e le opere di luciano.

maritani, i sacerdoti cristiani sono astrologi, aruspici, ciurmadori. Una parte del popolo costringe il patriarca dei Giudei ad adorar Cristo, un’altra ad incensar Serapide. È una gente nata per far sedizioni.» La città di Alessandria poi è bella, industriosa, ricca, potente: nessuno vi sta in ozio: chi lavora il vetro, chi la carta, e parecchi anche la seta: tutti lavorano, anche i ciechi e i podagrosi, secondo le loro forze: tutti hanno un mestiere: cristiani e giudei riconoscono un solo dio, che è l’interesse. Peccato che una città sì bella non racchiuda abitanti migliori. Sono una gente ingratissima. Io ho dato loro quanti privilegi e grazie hanno voluto: ed essi, finchè io sono stato presente mi hanno profuse le più stemperate adulazioni: come sono partito, hanno insultato il mio diletto Vero, e diffamato Antonino. Non desidero a costoro altra pena, se non che sieno costretti dalla necessita a mangiare per solo cibo quei polli che essi fanno nascere dentro i letamai.»1 Parecchi scrittori antichi ci dipingono l’indole del popolo Alessandrino, ma nessuno meglio di Adriano ritrae così schiettamente la natura di quella gente sediziosamente religiosa e insieme operosa, adulatrice, e beffarda. Alessandria mandava a Roma i frumenti, le tele di lino, la carta del papiro, l’avorio dell’Etiopia, le perle del Mar rosso, i profumi dell’Arabia, la cannella ed i diamanti del Geilan, le opere dei letterati, le facezie popolaresche, buffoni, bei garzoni, sacerdoti d’Iside e di Serapide, impostóri, e indovini che Roma spesso cacciava e sempre riteneva. Città bella, capricciosa, voluttuosa come l’ultima Cleopatra che anche nel morire mostrò coraggio di regina, ed ingegnosa leggiadria di donna greca.

  1. Storia Augusta, pag. 245.