Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/29

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intorno la vita e le opere di luciano. 21

non si conosce ancora, e le si rizza un tempio dedicato al Dio ignoto: infine l’intelligenza fatta adulta la vede, la conquista, ed ora l’uomo ha sotto le sue mani il

fato. La più bella e compiuta rappresentazione della verità concreta fu la triplice rappresentazione dell’uomo greco. Nella sua prima rozzezza e robustezza eroica il Greco rappresentò se stesso in Ercole, domatore di mostri e di ladroni, istitutore di giuochi, e ceppo degli Eraclidi che regnarono lungamente nel Peloponneso. Il greco artista è simboleggiato in Febo Apollo, bellissimo di persona e d’ingegno, poeta, musico, indovino, bravo in tutte le arti, savio in tutte le scienze, nato in Dolo centro delle Cicladi, dimorante in Delfo, umbilico dell’Eliade, però tutto greco, con ire, amori, capricci, sventure che sogliono avere gli artisti. Fra questi due tipi, l’uno informe, l’altro perfetto, è il terzo più vero, il Greco nella vita reale rappresentato da Ermete, facondo, astuto, faccendiere, rimescolatore, veloce di piedi come di mente, inventore della lira, ladro, datore di guadagni, sì che la sua statua era innanzi ogni casa. Tutti e tre eran figliuoli di Giove: ma Ercole è semideo e soggiace alla morte, perchè la forza corporale perisce, e se ne serba memoria solamente quando è adoperata ad un fine di bene: Apollo ed Ermete, potenze della mente, sono dii immortali. Tutti e tre furono datori di civiltà agli uomini, ed istitutori della palestra,1 istituzione civile e cara ai Greci, che abborri-

  1.          Mercuri facunde, nepos Atlantis,
                Qui feros cultus hominum recentum
                Voce formasti catus, et decoræ
                         More palestræ ec.

    Hor.


    Questo Mercurio, come la poesia d’Orazio, è d’imitazione greca. Il Mercurio romano, detto da mercor, era dio de’ soli guadagni, e delle