Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/87

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intorno la vita e le opere di luciano. 79

del loro sapere. Simili a queste lezioni mi paiono le dicerie dei Greci: se non che le lezioni sono intorno a materie utili come vuole il secolo, e le dicerie erano vuole dentro, non altro che belle chiacchiere per buscar pane.

XLI. Diverse da queste dicerie sono le declamazioni, μελέται. Chi ricorda che gli antichi distinguevano tre generi d’eloquenza, il giudiziale, il deliberativo, e il dimostrativo, scorgerò subito che il Tirannicida e il Diredato appartengono al primo genere, i due Falaridi al secondo, ed il Bagno, la Sala, e la Patria al terzo. Sono esercizi di scuola, e nel loro genere non mancano di certo pregio, massime il Bagno, che è la più semplice modesta ed utile per le notizie che contiene: ma dentro non hanno niente che possa farle pregiare per sè stesse, crederle scritte da un ingegno non comune. Nelle Variaæ lectiones del Belin de Ballu, che sono stampate nel decimo volume del Luciano Bipontino, trovo scritte queste parole intorno di Diredato. In Abdicatum. Declamationem hanc, indignam Luciano, auctorem habere Libanium sophistam apparet ex sententiis a Macario in Rosario ex Libanii declamationibus excerptis, editis a cl. Villoisono in Anecdotis Græcis, vol. II, pag. 12, seq. E se il Diredato è di Libanio, forse qualche altra di queste declamazioni può essere anche sua. Per me nessuna è di Luciano, il quale disprezzava questi dimenamenti e sbracciamenti di eloquenza scolaresca, li abborriva, e cercava di allontanarsi dalle carraie delle scuole; e se anche da giovane e per primi esercizi le avesse scritte egli, non le avrebbe mai pubblicate: esistono perchè chi le compose le pregiava, e le pubblicava.

XLII. Luciano, altro che pregiare le declamazioni, ne fece una piacevolissima satira in due brevi scritture piene di grazie e di lepori, delle quali parlerò qui che mi viene in taglio, quantunque esca un poco del-