Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/92

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84 intorno la vita e le opere di luciano.

trario ci vedo Luciano schietto, sempre satirico, che usa quella rettorica appunto per rendere più ridicola la sciocca obbiezione di coloro che si credevano di averlo colto in fallo, e di poter satireggiare il satirico; che vuol dimostrare appunto che quelli che lo riprendevano mancavano del senso comune. La natura del suo ingegno era cosiffatta che subito e prima d’ogni altro ei vedeva il ridicolo nelle cose, e lo presentava per dilettarsene; quando aveva riso a bastanza, allora parlava serio. Or questo procedere della mente, questo mescolare il ridicolo ed il serio, io lo vedo qui come in altre sue opere: ci vedo spontaneità e leggiadria di stile: che altro vorrei per tenere genuina questa Apologia, e degna di Luciano?

XLV. Un’altra specie di apologia è lo Sbaglio in un saluto. Un uomo potente, forse un capitano d’eserciti, era ammalato: Luciano una mattina va a visitarlo, e invece di dirgli χαῖρε, godi, che era il saluto mattutino, gli dice ὑγίαινε, sta sano, saluto della sera: v’era intorno molta gente, che si messe a ridere di questo sbaglio. Luciano vuol dimostrare che infine ei non’ha sbagliato come si crede, allega con buon garbo molti esempi ed autorità, con le quali prucva che si è detto in un modo e nell’altro. E se ora non s’usa più, il che non è vero interamente, non importa; perchè meglio m’è venuto detto ad un ammalato sta sano, che godi, e ringrazio gli Dei che mi hanno messo su la bocca questa parola di buono augurio; che forse Igea ed Esculapio mi hanno ispirato essi, e ti promettono la sanità per la bocca mia. Infine l’intenzion mia era buona. Alcuno dirà che io ho sbagliato a posta per scrivere quest’apologia. Utinam, o bone Æsculapi, paia davvero

    questa edizione ciascuna opera è preceduta da un argomento, e spesso da un giudizio scritto dal Weise.