Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 2.djvu/153

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falaride primo. 145

Usare ancora bontà con loro, e perdonare, e sopportare, mentre mi sovrasta l’ultimo esterminio? anzi presentar nuda la gola, e vedermi innanzi agli occhi uccidere i miei più cari? o pure questa essere cosa da sciocco; e un uomo che si sente uomo ed offeso doverci pigliare un partito forte e prudente, e prevenirli, ed assicurarmi per l’avvenire? Questo, credo io, voi mi consiglierete. Ed io che feci dipoi? Chiamai i colpevoli, li feci parlare, mostrai loro le pruove, li convinsi chiaramente di ogni cosa, e perchè neppure seppero negare, li punii, con un poco di sdegno di più, non perchè mi avevano insidiato, ma perchè non potevo più per cagion loro rimanere in quel mio primo proposito. Da allora in poi sto sempre in guardia, e quanti seguitano a tendermi insidie li punisco. Gli uomini mi biasimano di crudeltà, non pensando quale delle due parti è stata la prima origine di tutto questo; scordano ciò che è stato prima, levano via la cagion della pena, e biasimano la pena, che par loro crudele. Fanno come se uno vedendo tra voi un ladro precipitato dalla rupe, non pensando a ciò che costui fece, come di notte entrò nel tempio, rubò i voti, e contaminò il simulacro, vi accusasse di troppa ferocità, che voi essendo Greci ed in fama di santi, sofferite che un Greco, vicino al tempio (che non lungi dalla città dicono stia la rupe) sia menato a siffatta pena. Ma credo che voi vi ridereste di chi vi dicesse questo, e tutti gli altri loderanno la vostra crudeltà contro un empio. Insomma i popoli non considerando chi è colui che li regge, se giusto o ingiusto, abborriscono proprio il nome della tirannide; ed il tiranno, sia anche un Eaco, un Minosse, un Radamanto, cercano ad ogni modo distruggere: avendo sempre innanzi agli occhi i tiranni cattivi, i buoni, perchè hanno lo stesso nome, te li mettono nello stesso fascio, e li odiano dello stesso odio. Eppure io ho udito che fra voi altri Greci molti tiranni sono stati sapienti, i quali sotto un nome che pare si brutto mostrarono un’indole buona e placida; e che certi brevi detti di alcuni di essi stanno scritti e riposti nel vostro tempio, come offerte e voti ad Apollo. Vedete come anche i legislatori badano moltissimo alla sembianza della pena, perchè nessun’altra cosa giova, se non c’è il timore e l’aspettazion del castigo. Questo è molto più