Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/100

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100 Le Odi di Orazio


Ecco, securo più del dedaleo
    Icaro, i lidi vegg’io del Bosforo,
        Gemente alle getule sirti,
        16E i campi artici alato canoro.

Me il Colco e il Dace, che delle marsiche
    Schiere non mostra timore, e gli ultimi
        Geloni udiran, me il perito
        20Saprà Ibero e chi ’l Rodano beve.

Lungi le vuote nenie all’esequie,
    Il venal pianto, le querimonie:
        Il clamore raffrena, e lascia
        24Del sepolcro le inutili pompe.