Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/110

Da Wikisource.
110 Le Odi di Orazio


Fin che tra Roma ed Ilio infurj
    Il lungo mare, abbino gli esuli
        Felici ognidove l’impero;
        40Finchè al cippo di Priamo e di Pari

L’armento insulti, e i parti ascondano
    Le belve illese, stia sempre il fulgido
        Campidoglio, ed a’ trionfati
        44Medi Roma guerriera día leggi.

Orrenda il nome propaghi agli ultimi
    Lidi, fin dove l’onda intermedia
        L’Europa dall’Asia divide,
        48E ove i campi il Nil tumido irriga.

L’oro non anco scoverto (oh, il celino
    Sempre le terre!) anzi che torcerlo
        A umani usi con man rapace
        52Fin tra l’are, più forte ella spregi.

Qualunque al mondo si apposer limiti
    Con l’armi attinga, d’indagar cupida
        Di dove prorompano i fuochi
        56E le nebbie e gli umori piovosi.