Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/14

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14 Le Odi di Orazio


Vedemmo il biondo Tevere, ritorti
    Dal lido etrusco a grande impeto i flutti,
    Contro i regali monumenti e i templi
            16Romper di Vesta,

Mentre vendicator de’ troppi affanni
    D’Ilia si vanta, e vago alla sinistra
    Ripa, a Giove in dispetto, il maritale
            20Fiume discorre.

Udran che aguzzo il cittadino ha il ferro
    Che uccider meglio i Persi empj dovea,
    Udran le pugne per avita colpa
            24Rari i nepoti.

Qual dio fra tanto ruinar d’impero
    Fia che la gente invochi? E con qual prece
    Le pie donzelle stancheranno Vesta
            28Sorda a’ lor canti?

A chi le parti d’espiar la colpa
    Darà mai Giove? Oh vieni alfin, preghiamo,
    Nubivelato gli omeri candenti,
            32Augure Apollo;