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I.
Dopo lunghi ozj, o Venere,
Guerre ancor susciti? Deh, prego, lasciami:
Non son quale al benefico
4Regno di Cìnara. Smetti, o selvatica
Madre d’amori teneri,
Me, presso al decimo lustro ormai rigido,
Piegare a’ molli imperj:
8Vanne ove i giovani te blandi invocano;
Più tempestiva all’aule
Di Paolo Massimo, sovra a’ purpurei
Cigni, a trescare affrèttati,
12Se bruciar piacciati più idoneo fegato.