Nè ormai pregevoli gemme, nè porpore
Còe ti riportano gli anni, che il celere
Tempo ha serbati e chiusi
16Per entro a’ fasti publici.
Dove, ahi, la grazia, il color, gli agili
Moti fuggirono? Ahi, che più rèstati
Di lei, di lei che amore
20Spirava e a me toglievami,
Dopo di Cìnara beltà propizia
E d’arti amabili chiara? Ma a Cìnara
Diè brevi anni la sorte,
24E serba Lice incolume,
A vetustissima cornacchia simile,
Acciò che i fervidi garzoni vedano,
Non senza molto riso,
28Mutato il foco in cenere.