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336 | Epigrammi |
L’occhio e il pensier si perde; e immoto, assorto
Nella raggiante azzurrità, l’eterna
15Pace io presento che di là mi aspetta.
II.
A te, rosea fanciulla, errar su l’ale
De la divina melodia diletta,
Quando l’estivo albore i sitibondi
Campi d’una fragrante aura ricrea:
5Ode la casa i molli accordi, e quasi
Tempio animato da un bel nume esulta;
Poi d’alti voli paga, alle mie braccia,
Come piace ad amore, ansia ti accogli.
Lodoletta così di tra le bionde
10Spiche diritta incontro al dì si leva
Di luce ebbra e di canto, e con l’arguto
Trillo a destarsi il mietitore invita;
Poi si cala amorosa, e dentro un solco
Geloso il nido semplicetta ordisce.