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PROEMIO


A LORENZO DI FILIPPO STROZZI.




H

Anno, Lorenzo, molti tenuto, e tengono questa opinione, che e’ non sia cosa alcuna che minore convenienza abbia con un’altra, nè che sia tanto dissimile, quanto la vita civile dalla militare. Donde si vede spesso, se alcuno disegna nell'esercito del soldo prevalersi, che subito non solamente cangia abito, ma ancora ne’ costumi, nell'usanze, nella voce, e nella presenza d'ogni civile uso si disforma; perchè non crede potere vestire un abito civile colui, che vuole essere espedito e pronto a ogni violenza; nè i civili costumi e usanze puote avere quello, il quale giudica e quegli costumi essere effeminati, e quelle usanze non favorevoli alle sue operazioni; nè pare conveniente mantenere la presenza e le parole ordinarie a quello, che con la barba e con le bestemmie vuole fare paura agli altri uomini; il che fa in questi tempi tale opinione essere verissima. Ma se si considerassino gli antichi ordini, non si troverebbono cose più unite, più conformi, e che di necessità tanto l’una amasse l’altra, quanto queste; perchè tutte l’arti, che si ordinano in una civiltà per cagione del bene comune degli uomini, tutti gli ordini fatti per vivere con timor delle leggi e d’Iddio, sarebbono vani, se