Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/194

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184 dell'arte della guerra

per morire giovane dentro alle sue case, e inonorato, senza avere potuto secondo l’animo suo giovare ad alcuno; perchè sapeva, che di lui non si poteva parlare altro, se non che fusse morto un buono amico. Non resta però per questo, che noi e qualunque altro, che come noi lo conosceva, non possiamo far fede, poichè l’opere non appariscono, delle sue lodevoli qualità. Vero è che non gli fu però tanto la fortuna nemica, che non lasciasse alcun breve ricordo della destrezza del suo ingegno, come ne dimostrano alcuni suoi scritti, e composizioni d’amorosi versi, ne’ quali, come che innamorato non fusse, per non consumare il tempo invano, tantochè a più alti pensieri la fortuna l'avesse condotto, nella sua giovanile età si esercitava. Dove chiaramente si può comprendere, con quanta felicità i suoi concetti descrivesse, e quanto nella poetica si fusse onorato, se quella per suo fine fusse da lui stata esercitata. Avendone pertanto privati la fortuna dell’uso d’un tanto amico, mi pare che non si possa farne altri rimedi, che il più che a noi è possibile cercare di godersi la memoria di quello, e ripigliare se da lui alcuna cosa fusse stata o acutamente detta, o saviamente disputata. E perchè non è cosa di lui più fresca, che il ragionamento, il quale ne’ prossimi tempi il Signore Fabrizio Colonna dentro a’ suoi orti ebbe con seco, dove largamente fu da quel signore delle cose della guerra disputato, ed acutamente e prudentemente in buona parte da Cosimo domandato; mi è parso, essendo con alcuni altri nostri amici stato presente, ridurlo alla memoria, acciocchè leggendo quello gli amici di Cosimo che quivi convennero, nel loro animo la memoria delle sue virtù rinfreschino, e gli altri, parte si dolgano di non vi essere intervenuti, parte molte cose utili alla vita, non solamente militare ma ancora civile, saviamente da un sapientissimo uomo disputate imparino.