Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/247

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e per insegnargli molti capitani eccellenti si sono senza alcuno rispetto affaticati.

Cosimo. E’ mi pare che questo ragionamento vi abbia alquanto trasportato, perchè, non avendo voi ancora dichiarati i modi con i quali s’esercitano le battaglie, voi avete ragionato dell’esercito intero e delle giornate.

Fabrizio. Voi dite la verità; e veramente ne è stata cagione l’affezione che io porto a questi ordini, e il dolore che io sento veggendo che non si mettono in atto, nondimanco non dubitate che io tornerò a segno. Come io v’ho detto la prima importanza che è nell’esercizio, delle battaglie, è sapere tenere bene le file. Per fare questo è necessario esercitargli in quegli ordini che chiamano chiocciole. E perchè io vi dissi che una di queste battaglie debbe essere di quattrocento fanti armati d’armi gravi, io mi fermerò sopra questo numero. Deonsi adunque ridurre in ottanta file a cinque per fila. Di poi, andando o forte o piano, annodargli insieme e sciorli; il che come si faccia, si può dimostrare più con i fatti che con le parole. Di poi è meno necessario, perchè ciascuno che è pratico negli eserciti sa come questo ordine proceda; il quale non è buono ad altro che all’avvezzare i soldati a tenere le file. Ma vegnamo a mettere insieme una di queste battaglie. Dico che si dà loro tre forme principali. La prima, la più utile, è farla tutta massiccia e darle la forma di due quadri; la seconda è fare il quadro con la fronte cornuta; la terza è farla con uno vacuo in mezzo che chiamano piazza. Il modo del mettere insieme la prima forma può essere di due sorti. L’una è fare raddoppiare le file: cioè, che la seconda fila entri nella prima, la quarta nella terza, la sesta nella quinta, e così successive; tanto che, dove ell’erono ottanta file a cinque per fila, diventino quaranta file a dieci per fila. Di poi farle raddoppiare un’altra volta nel medesimo modo, commettendosi