Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/262

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come io vi ho detto, il disordine nel quale si vive fa che si straccurano e non si istimano queste cose; e però gli eserciti nostri non son buoni; e se pure ci fusse o capi o membra naturalmente virtuosi, non la possono dimostrare.

Cosimo. Che carriaggi vorreste voi che avesse ciascuna di queste battaglie?

Fabrizio. La prima cosa, io non vorrei che nè Centurione nè Capodieci avesse da ire a cavallo; e se il connestabole volesse cavalcare vorrei ch’egli avesse mulo e non cavalio. Permettere’gli bene due carriaggi e uno a qualunque Centurione e due ad ogni tre Capidieci, perchè tanti ne alloggiamo per alloggiamento, come nel suo luogo direno; talmente che ogni battaglia verrebbe avere trentasei carriaggi; i quali vorrei portassono di necessità le tende, i vasi da cuocere, scure e pali di ferro in sufficienza per fare gli alloggiamenti e, dipoi, se altro potessono, a commodità loro.

Cosimo. Io credo che i capi da voi ordinati in ciascuna di queste battaglie sieno necessarj; nondimeno io dubiterei che tanti comandatori non si confondessero.

Fabrizio. Cotesto sarebbe quando non si referissono a uno, ma, referendosi, fanno ordine; anzi senza essi è impossibile reggersi; perchè uno muro il quale da ogni parte inclini, vuole piuttosto assai puntegli e spessi, ancora che non così forti, che pochi, ancora che gagliardi, perchè la virtù d’uno solo non rimedia alla rovina discosto. E però conviene che negli eserciti, e tra ogni dieci uomini, sia uno di più vita, di più cuore o almeno di più autorità, il quale coll’animo, con le parole, con lo esemplo tenga gli altri fermi e disposti al combattere. E che queste cose da me dette sieno necessarie in uno esercito, come i capi, le bandiere, i suoni, si vede che noi l’abbiamo tutte ne’ nostri eserciti; ma niuna fa l’ufficio suo. Prima, i Capidieci, a volere che facciano quello per che sono ordinati, è necessario abbia