Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/286

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una stetti in dubbio. La cagione è, perchè egli importa più a uno guardare di non essere percosso, che non importa percuotere il nemico. Voi avete a intendere che, a volere che an’artiglieria non ti offenda, è necessario o stare dov’ella non ti aggiunga, o mettersi dietro a uno muro o dietro a uno argine. Altra cosa non è che la ritenga, ma bisogna ancora che l’uno e l’altro sia fortissimo. Quelli capitani che si riducono a fare giornata, non possono stare dietro a’ muri o agli argini, nè dove essi non sieno aggiunti. Conviene adunque loro, poichè non possono trovare uno modo che gli difenda, trovarne uno per il quale essi sieno meno offesi; nè possono trovare altro modo che preoccuparla subito. Il modo del preoccuparla è andare a trovarla tosto e rotto, non adagio e in mucchio; perchè, con la prestezza, non se le lascia raddoppiare il colpo e, per la radità, può meno numero d’uomini offendere. Questo non può fare una banda di gente ordinata, perchè, s’ella cammina ratta, ella si disordina; s’ella va sparsa, non dà quella fatica al nemico di romperla, perchè si rompe per se stessa. E però io ordinai l’esercito in modo che potesse fare l’una cosa e l’altra; perchè, avendo messo nelle sue corna mille Veliti, ordinai che, dopo che le nostre artiglierie avessono tratto, uscissero insieme con la cavalleria leggiere a occupare l’artiglierie nemiche. E però non feci ritrarre l’artiglieria mia, per non dare tempo alla nemica; perchè e’ non si poteva dare spazio a me e torlo ad altri. E per quella cagione che io non la feci trarre la seconda volta, fu per non lasciare trarre la prima, acciocchè, anche la prima volta, la nemica non potesse trarre. Perchè, a volere che l’artiglieria nemica sia inutile, non è altro rimedio che assaltarla; perchè, se i nemici l’abbandonano, tu la occupi; se la vogliono difendere, bisogna se la lascino dietro; in modo che, occupata da’ nemici e dagli amici, non può trarre. Io crederrei che senza esempj queste ragioni