Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/308

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potesse di dietro o da lato assaltare il nemico. Il che difficilmente si può fare se il paese non ti aiuta; perchè, quando egli è aperto, non si può celare parte delle tue genti come conviene fare in simili imprese; ma ne’ luoghi silvosi o montuosi, e per questo atti agli agguati, si può bene nascondere parte delle tue genti, per potere, in uno subito e fuora di sua opinione assaltare il nemico; la quale cosa sempre sarà cagione di darti la vittoria. È stato qualche volta di grande momento, mentre che la zuffa dura, seminare voci che pronuncino il capitano de’ nemici essere morto, o avere vinto dall’altra parte dell’esercito; il che molte volte a chi l’ha usato ha dato la vittoria. Turbasi facilmente la cavalleria nemica o con forme o con romori inusitati; come fece Creso, che oppose i cammegli agli cavalli degli avversarj; e Pirro oppose alla cavalleria Romana i liofanti, lo aspetto de’ quali la turbò e la disordinò. Ne’ nostri tempi il Turco ruppe il Sofì in Persia e il Soldano in Sorìa, non con altro se non con i romori degli scoppietti; i quali in modo alterarono con gli loro inusitati romori la cavalleria di quegli, che il Turco potèo facilmente vincerla. Gli Spagnuoli, per vincere l’esercito d’Amilcare missero nella prima fronte carri pieni di stipa tirati da buoi, e, venendo alle mani, appiccarono fuoco a quella; donde che i buoi, volendo fuggire il fuoco, urtarono nell’esercito di Amilcare e lo apersero. Soglionsi, come abbiamo detto, ingannare i nemici nel combattere, tirandogli negli agguati, dove il paese è accomodato; ma, quando fusse aperto e largo, hanno molti usato di fare fosse, e dipoi ricopertole leggiermente di frasche e terra e lasciato alcuni spazi solidi da potersi tra quelle ritirare; dipoi, appiccata la zuffa, ritiratosi per quelli, e il nemico seguendogli, è rovinato in esse. Se nella zuffa ti occorre alcuno accidente da sbigottire i tuoi soldati, è cosa prudentissima il saperlo dissimulare e pervertirlo in bene, come fece Tullo