Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/383

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che altri si debbe guardare dal primo impeto, col quale i Romani occuparono molte volte di molte terre, assaltandole ad un tratto e da ogni parte, e chiamavanlo «Aggredi urbem corona», come fece Scipione quando occupò Cartagine Nuova in Ispagna. Il quale impeto se si sostiene, con difficoltà sei poi superato. E se pure egli occorresse che il nemico fusse entrato dentro nella città per avere sforzate le mura, ancora i terrazzani vi hanno qualche rimedio, se non si abbandonano; perchè molti eserciti sono, poi che sono entrati in una terra, stati o ributtati o morti. Il rimedio è che i terrazzani si mantengano ne’ luoghi alti e dalle case e dalle torri gli combattano. La quale cosa coloro che sono entrati nelle città si sono ingegnati vincere in due modi: l’uno, con aprire le porte della città e fare la via a’ terrazzani che sicuramente si possano fuggire; l’altro, col mandare fuora una voce che significhi che non si offenda se non gli armati, e a chi getta l’armi in terra si perdoni. La quale cosa ha renduta facile la vittoria di molte città. Sono facili, oltre a questo, le città ad espugnarle, se tu giugni loro addosso imprevisto; il che si fa, trovandosi con l’esercito discosto, in modo che non si creda o che tu le voglia assaltare, o che tu possa farlo senza che si presenta per la distanza del luogo. Donde che se tu secretamente e sollecitamente le assalti, quasi sempre ti succederà di riportarne la vittoria. Io ragiono male volentieri delle cose successe de’ nostri tempi, perchè di me e de’ miei mi sarebbe carico a ragionare; d’altri non saprei che mi dire. Nondimeno non posso a questo proposito non addurre lo esemplo di Cesare Borgia, chiamato duca Valentino; il quale, trovandosi a Nocera con le sue genti, sotto colore di andare a’ danni di Camerino si volse verso lo stato d’Urbino, ed occupò uno stato in uno giorno e senza alcuna fatica, il quale un altro con assai tempo e spesa non avrebbe appena occupato. Conviene ancora, a quegli che sono assediati, guar-