Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/30

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io figliata da' favj, tamen il Gonfaloniere 1' andò dilatando tanto, che T altro giorno poi venne la nuòva eflere prefo Prato , e come gii Spagnuoli rotto alquanto di muro , cominciarono a sforzare chi difendeva, e a sbigottirgli, intantochè dopo non molto di refiftenza tutti fuggirono, e gli Spagnuoli occupata la terra Ja faccheggiarono, ed ammazzarono gli uomini di quella con mi- ferabile fpettacolo di calamità. Né a Voftra Signoria ne riferirò i particolari per non gli dare quefta moleftia d' animo, dirò folo che vi morirono meglio che quattromila uomini , e gli altri rimafero prefi, e con diverfi modi coftretti a rifcattarfi, né per- donarono a vergini rinchiufe ne* luoghi facri, i quali fi riem- pierono tutti di ftupri e di facriiegj.

Quefta novella diede gran perturbazione alla città , nondi- manco il Gonfaloniere non fi sbigottì, confidatoli in certe fue opinioni , e fulle grate offerte , che pochi dì avanti gli erano ftate fatte dal popolo, e penfava di tenere Firenze, e accordare gli Spagnuoli con ogni fomma di danaro , purché fi efcludefiero i Medici. Ma andata quefta commiflione, e tornato per rifpofta come gli era neceflario ricevere i Medici, o afpettare la guerra , cominciò ciafcuno a temere del facco, per la viltà che fi era veduta in Prato ne' foldati noftri; il qual timore cominciò ad efiere accrefciuto da tutta la nobiltà, che defideravano mutare lo fiato, intanto che il lunedì fera adì 30. di Agofto a due ore di notte, fu dato commiflione agli Oratori noftri di appuntare col Viceré ad ogni modo, e crebbe tanto il timore di ciafcuno, che il palazzo e le guardie confuete che fi facevano dagli uo- mini di quello flato, le abbandonarono, e rimafte nude di guar- dia, fu coftretta la Signoria a rilaflare molti cittadini , i quali fendo giudicati fofpetti e amici a* Medici , erano ftati a buona guardia più giorni in palazzo ritenuti , i quali infieme con molti altri cittadini de' più nobili di quefta città, che defideravano di riavere la reputazione loro, prefero animo tanto, che il mar- tedì