Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/388

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368 DECENNALE PRIMO.

Ha volto il Sol due volte l’anno quinto
     Sopra questi accidenti crudi, e fieri,
     519E di sangue ha veduto il mondo tinto.
Ed or raddoppia l’orzo a’ suoi Corsieri,
     Acciò che presto presto si risenta
     522Cosa, che queste vi pajan leggieri.
Non è ben la fortuna ancor contenta,
     Nè posto ha fine all’Italiche lite,
     525Nè la cagion di tanti mali è spenta.
Non son i Regni e le Potenzie unite,
     Nè posson esser, perchè il Papa vuole
     528Guarir la Chiesa delle sue ferite.
L’imperador, con l’unica sua prole
     Vuol presentarsi al Successor di Pietro.
     531Al Gallo il colpo ricevuto duole.
E Spagna, che di Puglia tien lo Scetro,
     Va tendendo a’ vicin lacciuoli, e rete,
     534Per non tornar con le sue imprese a retro.
Marco, pien di paura, e pien di sete,
     Fra la pace e la guerra tutto pende:
     537E voi di Pisa troppa voglia avete.
Per tanto facilmente si comprende,
     Che fin al Cielo aggiungerà la fiamma,
     540Se nuovo fuoco fra costor s’accende.
Così l’animo mio tutto s’infiamma,
     Or di speranza, or di timor si carca,
     543Tanto che si consuma a dramma a dramma;
Perchè saper vorrebbe dove, carca
     Di tanti incarchi debbe, o in qual porto
     546Con questi venti, andar la vostra barca.
Pur si confida nel Nocchier accorto
     Ne’ remi, nelle vele e nelle sarte;
     549Ma sarebbe il cammin facile, e corto,
Se voi il tempio riapriste a Marte.