Ha volto il Sol due volte l’anno quinto
Sopra questi accidenti crudi, e fieri, 519E di sangue ha veduto il mondo tinto.
Ed or raddoppia l’orzo a’ suoi Corsieri,
Acciò che presto presto si risenta 522Cosa, che queste vi pajan leggieri.
Non è ben la fortuna ancor contenta,
Nè posto ha fine all’Italiche lite, 525Nè la cagion di tanti mali è spenta.
Non son i Regni e le Potenzie unite,
Nè posson esser, perchè il Papa vuole 528Guarir la Chiesa delle sue ferite.
L’imperador, con l’unica sua prole
Vuol presentarsi al Successor di Pietro. 531Al Gallo il colpo ricevuto duole.
E Spagna, che di Puglia tien lo Scetro,
Va tendendo a’ vicin lacciuoli, e rete, 534Per non tornar con le sue imprese a retro.
Marco, pien di paura, e pien di sete,
Fra la pace e la guerra tutto pende: 537E voi di Pisa troppa voglia avete.
Per tanto facilmente si comprende,
Che fin al Cielo aggiungerà la fiamma, 540Se nuovo fuoco fra costor s’accende.
Così l’animo mio tutto s’infiamma,
Or di speranza, or di timor si carca, 543Tanto che si consuma a dramma a dramma;
Perchè saper vorrebbe dove, carca
Di tanti incarchi debbe, o in qual porto 546Con questi venti, andar la vostra barca.
Pur si confida nel Nocchier accorto
Ne’ remi, nelle vele e nelle sarte; 549Ma sarebbe il cammin facile, e corto,
Se voi il tempio riapriste a Marte.