Dunque sendo rimasta Pisa sola,
Subitamente quella circundaste, 159Non vi lasciando entrar, se non chi vola.
E quattro mesi intorno ivi posaste
Con gran disagi, e con assai fatica, 162E con assai dispendio l’affamaste.
E benchè fusse ostinata nimica,
Pur, da necessità costretta, e vinta 165Tornò piangendo alla catena antica.
Non era in Francia ancor la voglia estinta
Di muover guerra, e per l’accordo fatto 168Una ha gran gente in Lombardia sospinta.
E Papa Giulio ancor ne venne ratto
Con le genti in Romagna, e Berzighella 171Assaltò, e Faenza innanzi tratto.
Ma poichè a Trievi, e cert’altre Castella
Fra Marco, e Francia alcun leggier assalto 174Fu, or con trista, or con buona novella;
Alfin Marco rimase in su lo smalto,
Poscia che a Vailà misero salse, 177Cascò del grado suo, ch’era tant’alto.
Che fia degli altri, se questo arse, ed alse
In pochi giorni e se a cotanto impero 180giustizia, e forza, ed union non valse?
Gite superbi, omai con viso altiero
Voi, che li scettri, e le corone avete, 183Che del futuro non sapete il vero.
Tanto v’accieca la presente sete,
Che grosso tienvi sopra gli occhi un velo, 186Che le cose discosto non vedete.
Di quinci nasce che il voltar del Cielo
Da questo a quello i vostri stati volta 189Più spesso, che non muta il caldo e ’l gielo.